ZENZERO

 

Lo zenzero è una pianta erbacea perenne di cui si utilizzano le radici fresche o essiccate. È originario dell’Asia ed arrivò in Europa all’epoca dei Romani. Contiene olio essenziale, gingerina, zingerone, resine e mucillagini, che conferiscono alla radice le sue proprietà medicinali. Di recente alcuni ricercatori dell’Università hanno messo in evidenza le qualità antiossidanti dello zenzero, oltre che proprietà antitumorali; esso infatti avrebbe una funzione protettiva contro i tumori del colon retto. Inoltre, possiede un effetto termogenico, ossia produce calore e fa bruciare calorie. Ciò lo rende adatto per chi vuol dimagrire, purché usato nell’ambito di una dieta equilibrata. 

Le proprietà terapeutiche 
In India e in Cina lo zenzero viene considerato fra le piante medicinali più importanti, infatti entra nella composizione di numerosissimi preparati tradizionali. Contiene amido (50%), proteine (9%), lipidi (6-8%), una proteasi (2%), oli essenziali, vitamine (in particolare niacina e vitamina A), resine, mucillaggini. Utilizzato per millenni per alleviare il mal di stomaco, la diarrea, la nausea, il mal di denti, in caso di colera, emorragie e reumatismo, oggi gli sono riconosciute proprietà farmacologiche certe e la scienza moderna ha confermato alcuni degli impieghi medicinali di questa pianta. Lo zenzero ha innanzitutto un'importante azione antiossidante e antinvecchiamneto.

Lo zenzero è famoso per la sua capacità di riscaldare il corpo grazie alla sua azione diaforetica («che fa sudare»). Pertanto è da preferirsi nella stagione fredda: si utilizza infatti in caso di raffreddore e di influenza. È uno stimolante generale ed un efficace ricostituente conosciuto da molto tempo dalla farmacopea cinese per lottare contro l'affaticamento, l'astenia e l'impotenza: un efficace tonico yang, che rafforza l'energia, dà calore e vitalità. L'utilizzo di zenzero fresco o essiccato nell'alimentazione può essere di grande aiuto nella stagione fredda per riscaldarci, per eliminare rapidamente forme influenzali iniziali, per migliorare il tono dell'energia, la digestione e l'evacuazione impedendo l'accumulo di tossine che poi si ripercuote sullo stato generale fino a produrre manifestazioni patologiche. La forma essiccata è più riscaldante rispetto alla radice fresca, che è da preferirsi in caso di raffreddore o influenza già iniziati in cui la forma fresca ha un effetto maggiormente diaforetico.


Quando può essere utile

- In caso di nausea da viaggio, vomito, disturbi gastrointestinali e mestruali: gli oli essenziali dello zenzero si sono rivelati straordinariamente efficaci nell'alleviare il vomito e nello stimolare la secrezione della saliva. Inoltre, aumentano il tono della muscolatura intestinale e ne attivano i movimenti.

- Nell'iperemesi gravidica: in quella che è la forma più grave di nausea e vomito in gravidanza, che in genere richiede l'ospedalizzazione, è bene utilizzare la forma essiccata.

- Nel vomito da chemioterapia: anche in questo caso lo zenzero si è dimostrato efficace.

- In caso di disturbi reumatici e di artrite: tradizionalmente nella medicina cinese e indiana lo zenzero viene usato a questo scopo per via interna, come impacchi, oppure mescolando 20 gocce di olio essenziale di zenzero con 50 ml di olio di mandorle dolci. Con la miscela ottenuta si massaggia la parte interessata tre volte al giorno fino a miglioramento.

- In caso di colesterolo alto: uno studio pubblicato nel New England Journal of Medicine riferisce di buoni risultati nel ridurre i livelli di colesterolo nel sangue ottenuti con la somministrazione di zenzero, dunque è utile inserire spesso lo zenzero, fresco o in polvere, nell'alimentazione.

- Nei disturbi digestivi: bere una tazzina di tisana dopo i pasti.

- Nelle coliche dei bambini piccoli: somministrare tre volte al giorno una tazzina di tisana lasciata in infusione per cinque minuti anziché dieci.

- Per prevenire la nausea da viaggio: 30 minuti prima della partenza assumere 1500 mg di zenzero in capsule.

- Nelle infiammazioni gastrointestinali: utilizzare in cucina o in tintura madre.

- In caso di crampi mestruali: applicare un impacco di zenzero sulla parte interessata due volte al giorno fino a miglioramento.

- In caso di raffreddore: preparare una tisana di zenzero, aggiungere il succo di 1/2 limone, dolcificare con miele e bere 3-4 volte al giorno.

- Per i geloni: il suo effetto riscaldante generale e facilitatore della circolazione ne impedisce la comparsa o, se già presenti, li elimina.

- Per i dolori muscolari, in caso di strappi, distorsioni, mal di schiena: applicare impacchi caldi di zenzero.

- Per debolezze e freddolosità a livello lombare: impacchi caldi sulla zona interessata. Non si conoscono controindicazioni all'uso della pianta. In caso di calcoli biliari, è bene utilizzare quantità modeste in cucina e non in preparazioni erboristiche (eccetto su consiglio medico).


Come si utilizza lo zenzero
Come alimento lo zenzero si trova fresco oppure essiccato, in pezzi o in polvere. Quello fresco si acquista presso alcuni fruttivendoli o nei negozi di alimentazione naturale. Nel Nord Europa viene utilizzato soprattutto in polvere, per aromatizzare salse, pietanze e dolci, ai quali conferisce un sapore piccante e al tempo stesso aromatico. Nella cucina italiana veniva usato molto nel Medioevo, mentre oggi è caduto in disuso. Nella cucina orientale, lo zenzero è molto diffuso ed entra nella composizione del curry indiano. Per preparare una tisana si versano 100 ml di acqua bollente su 5 g di polvere di zenzero essiccato o di zenzero fresco grattugiato, si copre e si lascia riposare per dieci minuti, poi si filtra. In commercio si trova anche in tintura madre e lo si utilizza in gocce. 

Olio essenziale 
Si ottiene mediante distillazione a vapore dei rizomi essiccati. Lo si annusa in caso di nausea e vomito. 

Capsule 
Contengono zenzero essiccato in polvere. Prima di utilizzarle, bisogna controllare la quantità di zenzero che contengono, in modo da regolare le dosi di assunzione.

 

 

CLISTERE AL CAFFE'


       

Con il passare degli anni, i rifiuti tossici possono accumularsi nel colon e nel fegato, e circolare quindi in tutto il corpo tramite il flusso sanguigno. Un colon e un fegato puliti e sani sono essenziali per la salute di tutti gli organi e dei tessuti del corpo.

Per fare questo è stato "riscoperto" anche il clistere, una volta il cavallo di battaglia delle mamme che sapevano che era un validissimo mezzo per liberare i loro bambini da una miriade di fastidi per i quali i pediatri di oggi prescrivono farmaci.

Il clistere è diventato una specie di tabù e molti sono visibilmente imbarazzati a parlarne. Oppure l'argomento può far comparire un sorrisino di scherno nei confronti di chi lo propone.

La medicalizzazione della vita ci ha portato ad usare farmaci per qualsiasi fastidio possiamo avere, con grande soddisfazione dell'industria della salute, e l'imbarazzante clistere è stato sostituito dal comodo lassativo. Ogni anno vengono spesi milioni di euro in lassativi, essendo la stitichezza un effetto collaterale della dieta onnivora, non importa quanti scienziati insistano nell'affermare che l'uomo è onnivoro. Il corpo non si è fatto convincere dalle teorie, non importa quanto autorevoli fossero le fonti che le hanno formulate, e quando viene alimentato in modo inadeguato ci da un sacco di rogne per avvertirci che quel cibo non è adatto, un po' come se pretendessi di far funzionare bene una macchina a benzina utilizzando il gasolio.

La cosa è peggiorata con il proliferare delle catene di fast food, che ci hanno fatto conoscere anche il junk food, ossia "cibo spazzatura", un ulteriore ampliamento della dieta onnivora. Più onnivora di cosi.

Il ritorno a una vita sana implica anche l'adozione della dieta vegetariana o, meglio ancora, vegana, indipendentemente dalle motivazioni semplicemente salutistiche o ideologiche.

Il Dr Richard Anderson, nel suo libro Cleanse & Purify Thyself afferma che le cellule hanno una rudimentale memoria che registra le vibrazioni di paura, odio e morte che l'animale sperimenta quando viene macellato e l'animo di chi si ciba della loro carne viene influenzato da queste vibrazioni negative. La persona spesso non riesce a trovare la ragione di tali turbamenti e non immagina che deriva dal fatto di mangiare carne.

A chi passa da un regime alimentare onnivoro a uno stile vegetariano o vegano il clistere dà molti benefici perchè libera dai residui tossici compressi nel colon assieme alle feci inespulse, senza l'uso di lassativi che sono sempre dannosi, fosse solo perchè causano assuefazione.Ma questo è solo uno dei casi in cui il clistere può essere usato.

 

Clistere al caffè

Da parte di professionisti nel campo della medicina alternativa e olistica ormai da molti anni viene usato un clistere che utilizza non l'acqua ma il caffè con lo scopo di disintossicare il fegato.

Un clistere di caffè, quando fatto correttamente, fa produrre al fegato più bile, apre i dotti biliari, e fa in modo che la bile fluisca. In questo processo, un fegato intossicato può scaricare molte delle sue tossine nella bile e sbarazzarsene in alcuni minuti. Questo spesso dà grande sollievo a tutto il corpo, e spesso fa la differenza tra giacere con la sensazione di sentirsi miserabili e sentirsi bene e essere attivi. I clisteri di caffè sono anche efficaci nell'alleviare il dolore. I pazienti di cancro, per un esempio, possono ottenere sollievo dal dolore anche quando i farmaci non hanno dato esito.

Gli effetti di un clistere con caffè sono differenti da quelli di uno con semplice acqua e sale e questa differenza è costituita dalla caffeina presente nel caffè.

La caffeina, la teobromina e la teofillina stimolano il rilassamento dei muscoli lisci causando la dilatazione dei vasi sanguigni e dei dotti biliari. Gli effetti di un clistere con caffè non sono gli stessi del bere caffè. Le vene nella zona anale sono molto vicine alla superficie dei tessuti. La caffeina viene assorbita facilmente e in quantità maggiore di quando il caffè viene bevuto.

Il caffè non passa attraverso il sistema digestivo, e non influisce sul corpo come quando lo si prende come bevanda. Invece, il clistere di caffè stimola sia il fegato che la cistifellea a rilasciare le tossine, che vengono poi eliminate dal colon.

All'inizio del trattamento, se la bile contiene molte tossine, può produrre spasmi nel duodeno e nell'intestino tenue e causare un po' di deflusso nello stomaco. Questo può causare sensazioni di nausea, che potrebbero portare al vomito della bile. Se accade questo, bere una buona quantità di tè di menta piperita forte aiuterà ad annullare la bile nello stomaco e a portare sollievo.

È interessante osservare che bere una tazza di caffè ha un effetto completamente diverso dal fare un clistere. Bere caffè causa i seguenti problemi:

  • Aumenta la reazione riflessa
  • diminuisce la pressione del sangue
  • aumenta la frequenza del battito cardiaco
  • causa palpitazioni e insonnia
  • stimola le ghiandole surrenali
  • irrita lo stomaco
  • lascia un residuo tossico nel corpo

Un clistere di caffè, quando fatto correttamente, non produrrà questi effetti.

Nota: Due clisteri di caffè in una settimana durante un periodo di disintossicazione generale vanno bene per la maggior parte delle persone, ma non per tutti. Se i clisteri di caffè facessero sentire peggio una persona anche utilizzando caffè biologico, dovrebbe smettere di praticarli. I clisteri di caffè dovrebbero essere utilizzati con cautela. Quando se ne fanno troppi sono stressanti per il fegato e possono causare tensione. Dopo il periodo di disintossicazione, i clisteri di caffè dovrebbero essere impiegati solo come un'emergenza, non come un booster di energia.

Benefici per il fegato

Il caffè ha una composizione chimica che è stimolante. Contiene delle molecole, palmitati, che aiutano il fegato a trasferire le tossine nella bile. Il caffè viene assorbito dalla vena emorroidale e trasferito al fegato. Con i dotti dilatati la bile riversa nel tratto gastro-intestinale le tossine. Contemporaneamente l'azione peristaltica viene attivata dal clistere, causando l'eliminazione delle tossine tramite evacuazione dal colon.

Un clistere di caffè è abbastanza utile durante una malattia grave, dopo un ricovero ospedaliero, e dopo l'esposizione a sostanze chimiche tossiche. Questo clistere può anche essere utilizzato durante digiuni per alleviare eventuali emicranie causate talvolta da una aumentata eliminazione di tossine.

Procedura:

Prima di fare il clistere di caffè, e opportuno ripulire il colon con due o tre clisteri tradizionali, dopo di questo passa al clistere di caffè. A differenza dei clisteri di sola acqua, Il liquido dovrebbe essere ritenuto nel colon da 12 a 15 minuti. E' utile avere un orologio in vista. Il Dr. Gerson ha scoperto che tutta la caffeina viene assorbita entro 12 minuti circa. La caffeina passa attraverso le vene emorroidali direttamente nella vena portale e quindi nel fegato. Dopo 15 minuti, evacua.

Se sperimenti tensione o spasmi nell'intestino utilizzando un clistere, prova a utilizzare acqua più calda (da 37° a 38° è una buona temperatura) per aiutare a rilassare l'intestino. Se l'intestino è debole o flaccido, prova invece a utilizzare acqua più fredda (da 24° a 27°) per aiutare a rafforzarlo.

Il caffè coltivato biologicamente è assolutamente essenziale. Le sostanze chimiche, i diserbanti e gli antiparassitari presenti nei caffè coltivati commercialmente potrebbero causare danni al fegato quando utilizzati in un clistere. Usa solo caffè biologico.

In una pentola o in un bollitore aggiungi 3 cucchiai da tavola colmi di caffè macinato ) a 1 litro d'acqua (preferibilmente distillata, se vogliamo essere fiscali). Fai bollire per 3 minuti, poi continua a fuoco lento per 20 minuti. Copri con un coperchio. Quindi lascia raffreddare fino ad una temperatura più o meno vicina a quella corporea.

Metti il caffè così ottenuto (circa un litro) in una borsa per clisteri del tipo da appendere.

Per lubrificare il beccuccio da introdurre nell'ano non usare creme commerciali derivate dal petrolio. Puoi utilizzare vitamina E in forma oleosa oppure l'olio di germe di grano (puoi forare la punta di una capsula gelatinosa e spremerne il liquido. Anche il gel di aloe va bene.

La posizione migliore per il clistere è in ginocchio con la testa appoggiata sul pavimento.

Dopo che il liquido è stato inserito, ci si appoggia sul fianco destro per 15 minuti prima di evacuarlo.

Non preoccuparti se il liquido non viene evacuato dopo 15 minuti. Semplicemente continua a fare le normali attività fino a quando senti lo stimolo a evacuare.

Raccomandazioni:

Massimizza i vantaggi di questo clistere di caffè, pulendo bene prima il colon con dei clisteri tradizionali di acqua salata.

 

Non abusare dei clisteri di caffè utilizzandoli troppo spesso. Una persona ammalata di cancro può avere bisogno di fino a 3 clisteri al giorno. Un eccessivo uso di clisteri di caffè per più di 6 mesi può esaurire le riserve di di ferro, così come di altri minerali e vitamine, causando anemia. Non utilizzare clisteri di caffè oltre un periodo che va da 4 a 6 settimane. E' importante fare una pausa e prendere supplementi di minerali e vitamine per reintegrare quelli persi. 

IL SOLE:GRANDE STIMOLATORE DEL SISTEMA IMMUNITARIO

 

Le cellule T (timo) sono la difesa dell’organismo umano contro le infezioni. Individuando e distruggendo i patogeni esterni, queste cellule ci aiutano a rimanere sani. Una nuova ricerca svolta in Danimarca rivela che le cellule T necessitano di dosi fisiologiche di vitamina D nel sangue per poter essere attive e compiere il proprio ruolo di difesa in modo adeguato. Quest’ultima scoperta, i cui particolari sono pubblicati sulla rivista Nature Immunology, potrebbe aiutare i medici a risolvere i casi di reazioni autoimmunitarie e anche a contrastare il rigetto di organi trapiantati.

Le cellule T sono un tipo di leucociti che rivestono un ruolo centrale nel sistema immunitario. Per poter trovare, reagire e combattere le varie infezioni dell’organismo, le cellule T devono trasformarsi, da dormienti e innocue, in cellule attive in grado di uccidere virus e batteri spesso anche pericolosi.


Gli scienziati dell’Università di Copenaghen, in Danimarca, hanno scoperto che la vitamina D è fondamentale per la funzionalità delle cellule T. In assenza di fonti sufficienti di questa vitamina nel sangue – dicono i ricercatori – le cellule rimangono dormienti e sono quindi incapaci di “attivarsi” per combattere gli agenti patogeni esterni.

“Quando una cellula T è esposta ad un agente patogeno esterno, essa attiva un dispositivo di segnalazione o “antenna” – noto come recettore della vitamina D – con cui cerca di individuare la vitamina D”, ha dichiarato Carsten Geisler, professore dell’università. “Ciò significa che le cellule T hanno bisogno della vitamina D, altrimenti la loro attivazione cesserà. Se le cellule T non riescono a trovare abbastanza vitamina D nel sangue, neanche inizieranno a mobilitarsi”.

 

La luce del sole è una fonte di vitamina D naturale (e anche la più ovvia), spesso presente come sottoprodotto naturale dell’esposizione della pelle al sole. Pochissimi alimenti contengono quantità elevate di questa vitamina. Tra le fonti migliori ci sono i pesci grassi, come ad esempio il salmone, il tonno e lo sgombro, mentre piccole quantità di vitamina D si possono trovare nel formaggio, nel latte e nel tuorlo d’uovo. Sebbene gli esperti raccomandino una dose giornaliera compresa tra i 25 e i 50 microgrammi di vitamina D, non esistono studi esaustivi per determinarne la quantità ottimale.

Gli scienziati sono riusciti a seguire la sequenza biochimica legata alla trasformazione di una cellula T dalla sua forma inattiva alla sua forma attiva. Questa capacità di monitorare la sequenza permette di intervenire in molti punti diversi per modulare la risposta immunitaria. La scoperta principale è stata che le cellule T inattive non contengono il recettore della vitamina D ed una molecola specifica (PLC-gamma1).

Per il professor Geisler e il team, questo risultato rappresenta un importante passo avanti. “Gli scienziati sanno da tempo che la vitamina D è importante per l’assorbimento del calcio e che essa sembra anche coinvolta in malattie come il cancro e la sclerosi multipla. Ma ciò che ancora non si sapeva è quanto sia fondamentale per l’attivazione del sistema immunitario”, ha detto.

Infatti, questo nuovo particolare potrebbe potenzialmente contribuire alla regolazione della risposta immunitaria, che è importante non solo per combattere la malattia, ma anche per evitare le reazioni autoimmunitarie dell’organismo e il rigetto di organi (dopo i trapianti, le cellule T possono attaccare l’organo del donatore come un invasore esterno).

 

Il professor Geisler ha aggiunto che la ricerca potrebbe addirittura aiutare a combattere le malattie infettive e le epidemie a livello mondiale. “[I risultati] saranno particolarmente utili nello sviluppo di nuovi vaccini, che funzionano proprio sulla base sia di abituare il nostro sistema immunitario a reagire che di sopprimere le difese naturali dell’organismo in situazioni in cui questo è importante, come ad esempio nel caso di trapianti di organi e malattie autoimmunitarie”.

 

Per maggiori informazioni, visitare:

 

Nature Immunology:

http://www.nature.com/ni/index.html

 

Università di Copenaghen:

http://www.ku.dk/

 

Fonte http://www.liquidarea.com/2010/03/il-sole-il-piu-grande-stimolatore-del-sistema-immunitario/

 

 

EUCOMMIA il rimedio dell'antica Cina

Eucommia ulmoides, una corteccia contro l'ipertensione

Piante Officinali

Dall’antico repertorio officinale della Medicina Tradizionale Cinese arriva l’eucommia ulmoides, un pianta dalle valide e sicure proprietà fisiologiche sul nostro apparato cardio-circolatorio e su quei meccanismi biologici che servono al mantenimento dell’equlibrio della nostra pressione.

Dùzòng, l'albero preistorico della gomma

L’Eucommia ulmoides è un albero in via di estinzione nativo della Cina ed attualmente reperibile maggiormente in forma coltivata, mentre allo stato selvatico la sua reperibilità è quasi impossibile. La corteccia fa parte dei 50 ingredienti erboristici fondamentalipresenti nel repertorio farmaceutico della medicina erboristica cinese, dove viene chiamata Dùzòng (In Cinese: 杜仲). 
Per questo motivo la sua coltivazione è largamente diffusa in tutta la Cina.

L’Eucommia è l’unico membro della famiglia delle Eucommiaceae. E’ conosciuto anche come “Gutta-percha Tree” o “albero della gomma cinese”, ma non ha nulla a che vedere con la “Gutta-percha Tree” del sue-est asiatico nè con l’albero della gomma del Sud America.
E’ anche l’unico albero della gomma con un’
alta resistenza al freddo, ed i reperti fossili indicano come nella preistoria questa pianta era originaria dell’Europa e del Nord America. 

Eucommia nella Medicina Tradizionale Cinese

Nella Medicina Tradizionale Cinese, la corteccia di Eucommia viene utilizzata principalmente cometonico dei reni e del fegato, quindi come riequilibrante dei loro rispettivi meridiani, oltre che per trattare squilibri della parte bassa del corpo, ad esempio mal di schiena e lombalgie, dolore alle ginocchia, impotenza, disturbi urinari.
Viene inoltre impiegata per tonificare i muscoli e le ossa ed alleviare la fatica.
I cinesi ritengono che
 l’estratto secco ed il decotto della corteccia siano più efficaci nel regolare la pressione di quella consumata grezza come polvere e tisana, o estratta in tintura idroalcolica. 

Dalla tradizione alla ricerca scientifica

Negli ultimi anni un crescente interesse da parte della comunita scientifica è stato suscitato dalla possibile capacità della corteccia di eucommia di ridurre la pressione arteriosa alta. 
In uno studio clinico che ha coinvolto 119 persone, il 46 % di quelli trattati con la corteccia ha mostrato una
 significativa riduzione della pressione sanguigna come riportato da The Encyclopedia of Medicinal Plants, (London: Dorling Kindersley, 1996.), tuttavia, sembrerebbe avere poco effetto in caso di ipertensioni gravi

I ricercatori del National Institutes of Health hanno riferito nel 2008 di uno studio russo che ha dimostrato come l’Eucommia abbassi la pressione sanguigna,senza provocare effetti collaterali negli esseri umani, ed un’altro studio statunitense sembra dargli ancora più credito con una ricerca che comprova la sicurezza sull’uomo anche a dosaggi alti.
Dr. Frank Greenway del Pennington Biomedical Research Center ha riferito nel 2008 che l’estratto di Eucommia
potrebbe agire come un beta-bloccante
Questa è la modalità d'azione dei farmaci più comunemente prescritti nel trattamento dell’ipertensione. 

Un aiuto in più per "allentare" la pressione

Diversi sono i punti su cui far leva nella lotta all’ipertensione arteriosa tra cui:

§  l’alimentazione: riducendo il sale contenuto nella dieta, assumendo più cibi di origine vegetale, introducendo meno grassi saturi e più grassi insaturi.

§  la riduzione del peso corporeo.

§  la limitazione dell’uso di alcolici

§  l'eliminazione del tabacco

§  Un’adeguata attività fisica aerobica. 

La natura ci offre inoltre alcune piante in grado di favorire la regolazione dei valori pressoricome l’aglio, il biancospino, il vischio, alcune piante acquaretiche (Verga d’oro, Peduncoli di ciliegio etc.) ed infine ma non ultima, grazie alla saggezza millenaria della medicina tradizionale cinese, la corteccia di Eucommia ulmoideso Dùzòng.

 

 

Tea Tree Oil

Il Tea tree oil è un olio essenziale che si estrae dalla Melaleuca, detta anche Albero del the. La droga è costituita dalle foglie di Melaleuca alternifolia Cheel (fam. Myrtaceae), albero che cresce solo in una limitata area paludosa, lungo la costa nord del Nuovo Galles del sud, in Australia.Il curioso nome di Albero del the (Tea Tree) gli è stato attribuito poiché lo scopritore dell'Australia, James Cook, imparò a preparare, imitando le usanze locali, un the rinfrescante con le foglie di quest'albero.Da allora questo nome è rimasto, e anche i nuovi abitanti dell'Australia hanno imparato ad utilizzare le foglie di Melaleuca, per trarne tutte le benefiche virtù che gli aborigeni conoscevano da tantissimi anni.

 

Dalle foglie si estrae un olio essenziale, dal fortissimo odore e dal sapore assai intenso e caratteristico, cui si devono le proprietà che a questa pianta vengono attribuite.

L'olio essenziale di Melaleuca è un potente antisettico, antimicotico, antibatterico e antivirale, dalle proprietà fortemente deodoranti, conservanti, e leggermente anestetiche.

 

Il Tea tree oil contiene ben 48 composti organici, numero che spiega le sue numerose proprietà, ma le sostanze più significative per la sua attività salutare sono due in particolare: il Terpinene e il Cineolo; esse devono essere presenti nel prodotto finito in percentuali ben precise, percentuali che evidenziano la qualità dell'olio essenziale.

 

Il governo australiano ha infatti stabilito per legge che, per essere classificato come Tea tree oil, l'olio di Melaleuca deve contenere oltre il 30% di Terpinene e meno del 15% di Cineolo (poiché esso sarebbe irritante se presente a concentrazioni maggiori), rispettando l'equilibrio che troviamo in natura.

 

Cerchiamo ora di capire come sfruttare al meglio le numerose proprietà di questa meravigliosa sostanza che la Natura ci mette a disposizione.Innanzi tutto bisogna stabilire se usare l'olio essenziale puro, o se è il caso di diluirlo in liquidi o in creme o pomate: diciamo subito che la scelta quasi sempre dipende dalla sede di applicazione.Pur essendo il Tea tree oil non irritante, alcune volte è necessaria una diluizione per applicazioni in sedi particolarmente delicate, come ad esempio le mucose; oppure semplicemente non è necessario, per la buona riuscita di un trattamento, utilizzare l'olio puro.

 

Viste le sue numerose proprietà, l'olio essenziale di Melaleuca trova indicazione in caso di dermatiti, prurito, lievi ustioni, eritema solare, micosi della pelle e delle unghie, psoriasi, foruncolosi e acne, herpes, piede d'atleta, porri e verruche, forfora, infiammazioni delle gengive e della mucosa della bocca, afte, faringiti, tonsilliti; è anche un ottimo coadiuvante per problemi ginecologici.

 

In particolare l'olio essenziale puro è indicato per problemi gengivali, come ad esempio per toccature locali in caso di afte, ma anche per herpes labiale che, se usato con tempestività ai primi sintomi, riesce a bloccare evitando le fastidiose e antiestetiche vescicole.Anche in caso di micosi della pelle, come il piede d'atleta, ma soprattutto delle unghie, l'olio di Melaleuca si rivela veramente efficace, purché l'applicazione locale venga effettuata con costanza quotidiana e per un tempo sufficientemente lungo. Sempre puro il Tea tre oil è ottimo per le punture di insetti, per piccole ustioni, di cui elimina rapidamente il dolore e spesso evita la comparsa della bolla.

 

 

Sotto forma di lozione, con una concentrazione del 15%, il Tea tree oil è utile in caso di infezioni vaginali, sia per lavaggi esterni, sia per lavande interne, nella misura di un cc (un ml) per quarto di litro d'acqua; la stessa lozione è adatta anche per l'igiene della bocca e dei denti, quando ci siano infiammazioni delle gengive, arrossamenti della gola ecc., utilizzando 15-20 gocce in mezzo bicchiere d'acqua per sciacqui e gargarismi.La lozione può essere utilizzata anche per massaggi locali antireumatici, ma anche in caso di tosse spalmandola pura sul petto e sulla schiena.

 

Sotto forma di crema al 5% è di grande aiuto in caso di eritemi solari o da pannolino, prurito, infiammazione della pelle, irritazione delle mani o dei piedi, anche per eccessiva sudorazione, della quale contrasta il cattivo odore (sia nelle mani che nei piedi).

 

Invece, creme e lozioni detergenti a concentrazione più alta, circa il 20%, sono più indicate per combattere l'acne, che contrastano efficacemente portando in breve alla sua scomparsa, poiché contribuiscono ad eliminare i batteri responsabili della formazione di brufoli e bubboni.

IN BOTANICA è definito "Tea Tree Oil" l'olio essenziale ottenuto dalla distillazione delle foglie della Melaleuca Alternifolia, la pianta officinale che cresce sulla costa orientale dell'Australia. Le virtù di questo albero sono ben conosciute dagli aborigeni che, da secoli, utilizzano le foglie per curare le ferite e le infezioni cutanee.

 

IN CAMPO MEDICO, fonti ufficiali attribuiscono all'olio essenziale di Tea Tree eccellenti proprietà antimicotiche, antisettiche e antibatteriche. I primi studi, che risalgono agli anni '20, hanno constatato l'alto potere di quest'olio nel contrastare le infezioni (proprietà antisettica). Durante gli anni '30, l'uso del Tea Tree Oil è stato scientificamente riconosciuto e prescritto per curare piorrea, gengiviti, infezioni rinofaringee e ginecologiche, infezioni da miceti e la paronichia.

 

 

Dopo la fine della guerra, l'uso del Tea Tree Oil ha subito un rallentamento a causa della somministrazione degli antibiotici e degli altri farmaci di sintesi. Nei primi anni '60, con la riscoperta della medicina tradizionale e la preferenza ai prodotti naturali, il Tea Tree Oil ha conosciuto una "seconda giovinezza" e, dall'inizio degli anni '70 fino ad oggi, numerose ricerche scientifiche, in particolare negli Stati Uniti, Australia e Francia, hanno dimostrato definitivamente le sue grandi proprietà.

 

In principio gli aborigeni si recavano a fare bagni curativi nelle lagune circondate da foreste di Melaleuca, dove le foglie dell’albero cadevano copiose negli anni rendendone balsamiche le acque, poi fu il momento del “Tea Tree” per l’uso succedaneo che ne facevano i marinai inglesi approdati in Australia, per poter mantenere la tradizione britannica del tea delle cinque. Pianta dal mercato altalenante, la cui coltivazione ha subito un pesante declino con l’avvento degli antibiotici, Melaleuca alternifolia gode da alcuni decenni una diffusione globale, a seguito del quale l’olio essenziale che se ne ottiene è divenuto ingrediente quasi ubiquitario, buono per tutte le stagioni. Attualmente infatti il Tea Tree Oil è utilizzato copiosamente dal dentifricio allo shampoo, dai prodotti curativi a quelli cosmetici, nelle formulazioni industriali ed in quelle estemporanee.

 

Nel 2006 alcuni microbiologi australiani hanno fatto il punto della situazione sulle proprietà e sugli usi dell’olio di Melaleuca alternifolia ed hanno condensato le loro impressioni sulla prestigiosa Clinical Microbiology Reviews (nel ranking delle riviste scientifiche di microbiologia è quarta su circa 90 riviste). La scelta ovviamente non è casuale, dato che il grosso delle attività ascritte al Tea Tree Oil riguardano l’azione antibatterica ed antifungina.

 

 

Efficacia. L’olio ha un’azione comparabile a quella di antibatterici, antibiotici ed antimicotici di origine farmaceutica in diversi casi (ma non tutti, sempre e comunque), con riscontri effettuati sia in vitro che in vivo, che in trials clinici su pazienti reali. Va detto che alcuni di questi trials sono stati condotti su un numero di pazienti limitato, mentre altri sono più solidi. In funzione della dose l’azione può essere sia batteriostatica che battericida (in alcuni casi già allo 0,1-1%) e lo spettro d’azione include anche organismi che abbiano sviluppato resistenza ad antibiotici o antibatterici. Riguardo all’induzione di resistenza, tutti i saggi effettuati hanno dato indicazioni positive: Staphylococcus aureus e Candida albicans non sono in grado di sviluppare resistenza al TTO (questo in larga parte a causa del meccanismo d’azione). Le azioni nei confronti di virus e protozoi sono ancora abbastanza limitate e frammentarie. Non tutti gli impieghi pratici, in situazioni reali, si sono dimostrati altrettanto efficaci come quelli simulati in laboratorio e possono essere necessari accorgimenti specifici in termini di dosaggio per ottenere buoni risultati o possono esistere nicchie in cui la risposta del TTO non è pienamente sufficente.

 

Nello specifico: nel trattamento dell’acne TTO al 5% è comparabile al bemzoil perossido, ma con un migliore quadro in termini di effetti collaterali ed accettazione da parte del paziente. Nel trattamento del piede d’alteta (Tinea pedis) i risultati migliori sono stati conseguiti con Tea Tree Oil al 25% in etanolo e glicole polietilenico. Uno shampoo contenente il 5% di olio ha dato riscontri positivi nel trattamento della forfora moderata.

 

La cura di infezioni tradizionalmente ostiche come le onicomicosi ha dato alcuni risultati positivi ed in generale la sua efficacia risulta quantomeno confrontabile con quella dei trattamenti convenzionali.

 

Uno studio in laboratorio ha valutato la frequenza dell’insorgenza di ceppi di Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis ed Enterococcus faecalis resistenti all’olio di melaleuca e/o alla rifampicina. La frequenza di insorgenza di resistenza nei confronti dell’olio di melaleuca era molto bassa per lo Staphylococcus aureus (

 

TEA TREE è in grado di contrastare molteplici disturbi:

 

Rinite, sinusite, raffreddoreSpalmare l’olio direttamente sotto le narici più volte al giorno

 

Mal di golaL'olio essenziale di tea tree ha proprietà antinfiammatorie ed antivirali. La sua azione espettorante può essere utile per ridurre il muco provocato da bronchite od infezioni dell'apparato respiratorio. Per le infezioni della bocca o della gola si consiglia di eseguire degli sciacqui con 4-5 gocce di tea tree in un bicchiere di acqua, mescolando bene, oppure prediluire in 20 gocce di propoli o in un po’ di miele.

 

Stomatite aftosa e candidosi del cavo oraleIl tea tree combatte molte infezioni della mucosa orale, tra cui le afte e micosi in genere.Per le infezioni della bocca o della gola si consiglia di eseguire degli sciacqui con 4-5 gocce di tea tree in un bicchiere di acqua, mescolando bene, oppure prediluire in 20 gocce di propoli o in un po’ di miele.

 

Ascesso dentarioApplicare poche gocce direttamente sull’ascesso 3 volte al giorno.

 

In caso di eczema e problemi della pelle, acneLe proprietà disinfettanti dell'essenza possono curare anche le dermatiti, l'herpes, tagli e piaghe infette. Le proprietà battericide rendono l'olio essenziale di tea tree un ottimo rimedio per i vari tipi di acne. Diluire sempre l'olio essenziale al momento dell'uso (vedi anche crema Tea Tree).

 

PidocchiAggiungere 15-20 gocce ad un cucchiaio di olio di oliva, lasciare in applicazione sui capelli per 1 ora, quindi fare lo shampoo (indicato lo shampoo al Tea Tree Oil)

 

Micosi (inclusa micosi interdigitale e ungueale)L'essenza è un eccellente funghicida efficace nella cura della Tinea cruris.In questi casi si consiglia di eseguire le applicazioni dell’olio essenziale di tea tree concentrato, due-tre volte al giorno, massaggiando accuratamente per permettere una diffusione e una concentrazione dell'olio efficace a livello tissutale, fino allo sparire dell’infezione.

 

Verruche, porri e duroniApplicare 2 gocce e massaggiare 3 volte al giorno.

 

Punture di insettiApplicare subito poche gocce e massaggiare

 

Parassiti degli animaliLe proprietà parassiticide dell'olio essenziale di tea tree possono aiutare ad eliminare eventuali parassiti presenti nel pelo degli animali. In tali casi si consiglia di usare l'olio sempre diluito.

 

Forfora e dermatite seborroica del cuoio capellutoLe proprietà disinfettanti e seboregolarizzanti dell'essenza possono giovare in caso di dermatite e problemi del cuoio capelluto.Si possono effettuare frizioni per combattere la forfora ed il prurito o aggiungere l’olio essenziale allo shampoo ( 3 gocce di tea tree per una dose di shampoo, vedi anche shampoo Tea Tree).

 

Crosta latteaAggiungere 5-6 gocce di Tea Tree Oil ad un po’ di olio di oliva, applicare sul cuoio capelluto e massaggiare. Tenere lontano dagli occhi.

 

Sistema NervosoAnche se utilizzato prevalentemente per disturbi fisici, il Tea Tree agisce anche tonificando il sistema nervoso in caso di stanchezza, fatica mentale, inerzia, tendenza alla depressione, specie in soggetti con difese organiche indebolite e con una depressione immunologica. L’olio essenziale di tea tree con il suo aroma forte e pungente sembrerebbe favorire le capacità reattive dell’individuo.

 

 

 

 

 

Avvertenze: non assumere in gravidanza, non deve mai essere usato puro per ingestione.

 

GINKGO BILOBA

 

 

Un rimedio naturale per tanti disturbi: parlo del ginkgo(Ginkgo biloba), fitoterapico che ha significative proprietà antiossidanti e antinfiammatorie e che sostiene la circolazione sanguigna. Ne beneficiano la memoria e altre importanti funzioni dell’organismo.

Il ginkgo (Ginkgo biloba) è la pianta a semi più antica del pianeta, di cui sono state rinvenute tracce fossili risalenti a centinaia di milioni di anni fa. I suoi principi attivi(soprattutto ginkgolidi e flavonoidi) ne fanno uno dei presidi naturopatici più indicati permigliorare la circolazione, sia centrale che periferica.

L'azione principale del ginkgo è infatti quella di contrastare l'aggregazione piastrinica e la formazione di coaguli sanguigni, aiutando così a ridurre il rischio cardiovascolare.


Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del ginkgo e la protezione che esercitano su cuore e arterie si rivelano preziose in un'ampia gamma di situazioni. Esaminiamole in dettaglio.

1) In presenza di deficit di memoria
 o scarsa lucidità mentale. Numerosi studi scientifici, tra cui una ricerca del marzo 2012su ginkgo e Alzheimer, hanno dimostrato che i componenti di questa pianta sono utili contro il deterioramento cognitivo tipico della malattia di Alzheimer e di altre forme di demenza senile, in primo luogo di tipo vascolare.

2) Per alleviare il gonfiore e il senso di pesantezza agli arti inferiori, frequenti in estate, ma anche durante il resto dell'anno soprattutto in chi è costretto a stare in piedi a lungo. In questi casi, Ginkgo biloba funziona in modo eccellente, ancor più se abbinato ad altri rimedi flebotonici.


3) Qualora si soffra di acufene o tinnito (la sensazione di un fastidioso fischio o ronzio nelle orecchie) e anche in caso di vertigini non imputabili a una causa organica.

4) Nell'approccio alla disfunzione erettile (comunemente, ma impropriamente, chiamata impotenza), quando questa sia il sintomo di un'insufficienza venosa 
o la spia di un problema cardiocircolatorio. 

5) Più in generale, per combattere lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi
 e l'aterosclerosi
La posologia del ginkgo è di 40-80 mg di estratto secco titolato al 24% in flavonoidi e al 6% in ginkgolidi 2-3 volte al giorno. 

Per ciò che riguarda le sue controindicazioni, il ginkgo
 dovrebbe essere evitato da chi è in terapia con anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici (warfarin, ma anche aspirina, aspirinetta, cardioaspirina). Una certa cautela andrebbe osservata anche qualora si sia in trattamento con diuretici tiazidici, farmaci usualmente prescritti contro l'ipertensione